mercoledì 23 maggio 2012

Stagione di...Peperoni

Sono arrivati i nostri Peperoni! Andate a farne incetta al 
Mercato Laurentino, BOX n°2 ORTO DEL QUINTO
Siamo aperti da Martedì a Sabato dalle 7:30 alle 13:30 
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I Peperoni
Storia
Il peperone (Capsicum annum) è un ortaggio della famiglia delle Solanacee, originario dell'America del Sud (Brasile).
Il peperone ha fatto la sua comparsa sulle tavole europee quando venne importato in Spagna verso la metà del 1500; poi arrivò in Italia, e solo nel 1700 in Ungheria, una delle principali produttrici di paprika, spezia ottenuta da particolari varietà di peperoni, che vengono fatti essiccare, ridotti in polvere e mescolati con farina di frumento.
I botanici del tempo lo battezzarono Capsicum annum, prendendo spunto dalla parole greca kapto, che tradotto letteralmente suona come "mangio avidamente".
C'è anche un'altra versione: "capsicum" deriverebbe dal latino capsa, ovvero scatola, nome che si addice alla forma dell'ortaggio e al fatto che all'interno ha molti semi.
Della pianta del peperone consumiamo il frutto, una bacca cava e carnosa inizialmente verde, ma che a completa maturazione dei semi assume una colorazione gialla o rossa; nella polpa, nei semi tondi e schiacciati.
Se il peperone sarà destinato alla trasformazione in sottaceti, verrà raccolto quando sarà acerbo, cioè verde, invece per il consumo fresco o l'inscatolamento, il frutto verrà staccato all'inizio della sua colorazione gialla o rossa, mentre a maturità completa si raccolgono solo prodotti da essiccamento.
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Varietà
Il peperone è una pianta che produce tantissime varietà di frutti con caratteristiche molto diverse tra loro, ma in linea di massima, si può distinguere tra peperoni piccanti (o peperoncini) e peperoni dolci, tra peperoni costoluti da tavola, dai frutti quadrati o rettangolari, oppure tra quelli dai frutti appuntiti o dalle forme coniche allungate o molto schiacciate come nei peperoni pomodoro.
Le più apprezzate per il consumo allo stato fresco sono così suddivise:
A frutto dolce:
a)Forma quadrangolare, come il “Giallo San Valentino”, il “Rosso quadrato dolce di Nocera”, il “Torpedo” o il “Peperone pomodoro”;
b)Forma allungata, come il “Lungo Marconi”, il “Lungo di Chiasso”,il “Corno di toro” o il “Verticus”
c)Forma allungata di cui dolci sono il “Peperoncino lungo, sottile dolce per sottaceti", il “Sigaretta”o il “Lungo del Veneto” e di piccanti come il “Peperoncino lungo sottile di Cajenna”
d)Forma troncata come il“Quadrato piccolo del Veneto”, il “Piccolo di Firenze” “Parigino”,o il “Nano quarantino d’Asti”.
Le varietà piccanti, che, com’è noto, si consumano, di preferenza essiccate e per condimenti, sono più ricche di vitamine delle altre, tanto che raggiungono valori 300 volte maggiori di ciascuno degli altri ortaggi coltivati.
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Proprietà
La caratteristica principale del peperone è il suo elevato contenuto di vitamina C, e contiene anche vitamina A; è decisamente poco calorico, poiché è costituito per oltre il 90% da acqua, e il che lo rende adatto alle diete dimagranti.
Le varietà dolci sono generalmente quelle preferite dai consumatori, per la migliore digeribilità e appetibilità.
Le varietà piccanti hanno un tenore medio di acido ascorbico altissimo, e sono sconsigliate a chi soffre di ulcera o iperacidità gastrica e ai bambini; però, per la presenza di carotenoidi (contro i radicali liberi e l’invecchiamento cellulare) e sali minerali, hanno il pregio di stimolare la vitalità dei tessuti e di attivare il circolo venoso e capillare prevenendo le malattie vascolari.
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Preparazione e Conservazione
I peperoni si possono conservare in frigorifero per 4-5 giorni nel cassetto delle verdure, in alternativa potete conservarli sott’aceto o sott’olio. Se essiccate e macinate dei peperoncini piccanti potete conservarli in vasi di vetro, lontani da luce o fonti di calore. I peperoncini piccanti si conservano in genere sott'olio. Quelli di Cajenna, dai quali si ricava la paprika, si essiccano al sole e poi si macinano.
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Cucina
Il peperone può essere mangiato crudo nelle insalate, in pinzimonio o nella bagna cauda, tipico piatto piemontese a base di acciughe dove vengono intinte verdure ed altro ancora.
Il peperone viene usato in preparazioni come la peperonata, arrostito sulla brace, viene fatto ripieno, fritto con altri ortaggi (ottimi fritti con le patate, e melanzane) o nella caponata.
Nel peperone, le sostanze più indigeste sono contenute nella buccia, quindi, per chi non lo tollera, è meglio arrostire i peperoni sulla griglia ed eliminare totalmente la buccia e consumare la sola polpa condita con olio e sale.
In base alla preparazione, bisognerà optare per una varietà o un’altra di peperone: per una peperonata andranno bene tutte le varietà, se si vorranno arrostire sarà meglio scegliere quelli grossi e carnosi; per friggerli saranno ideali i "friarelli dolci", mentre quelli tondeggianti saranno ideali per essere farciti.
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Valori nutrizionali per 100 grammi
Peperoni gialli: 27 kcal
Peperoni rossi dolci: 31 kcal 
Peperoni verdi: 20 kcal 
Carboidrati: 5.36 g
Proteine: 0.98 g
Grassi: 0.22 g
Fibre: 1.57 g
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Curiosità
Narra la leggenda che una giovane ungherese fosse stata costretta a vivere nell’harem di un pascià turco nella città di Buda (è l’antica città su una collina a sinistra del Danubio che nel 1873 venne unita alle città di Óbuda e Pest per dar vita a Budapest).
La giovane era contadina e, di nascosto, spiava i giardini del palazzo: aveva così scoperto i peperoni. Liberata, la ragazza tornò al suo paese e insegnò a coltivare i peperoni e a ricavarne la paprica.
Paprica (o paprika), in ungherese, infatti, significa proprio peperone e il nome indica tanto la solanacea che la spezia.
Come si arguisce dall’aneddoto, la paprica è una spezia che potremo definire universale: il nome deriva dall’Ungheria, la spezia in sé dalla Turchia che a sua volta l’aveva presa dall’India.
E, a monte, c’è il peperone che è originario delle Americhe.
Sempre per rimanere nell’ambito storico, abbiamo che nell’Ottocento i fratelli Pálfi ebbero l’idea di togliere le venature interne del peperone e ottennero, così, la paprica dolce: di fatte aveva eliminato la maggior parte della capsaicina, il principio attivo, cioè, che dà il sapore piccante.
Poi, grazie al cuoco francese Georges Auguste Escoffier (1846-1935) la paprica fece il suo ingresso in Europa.
Infine, Albert Szent-Györgyi de Nagyrápoltm, Premio Nobel per la medicina 1937, riuscì a scoprire nel peperone (e nella paprica) la fonte dell’acido ascorbico (vitamina C), mettendo fine, in questo modo, alla morte per scorbuto, malattia che uccise migliaia di marinai.

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